domenica 16 agosto 2020

Come si costruisce un rapporto educativo? la differenza tra controllo e insegnamento

 Oggi voglio raccontarti una storia che spero possa esserti utile nel rapporto con tuo figlio.

In questa storia sono racchiuse alcune lezioni che ho imparato sull'educare e che mi sono state e mi sono utili nella mia vita personale e professionale.






Prima di intraprendere il percorso da professionista del settore educativo ho dovuto fare esperienza come tirocinante in diverse strutture di accoglienza per minori e adulti.

In queste strutture vivono tutte quelle persone (minori e non) che per motivi di varia natura non possono stare con le proprie famiglie o in un proprio domicilio autonomo.

Nel concreto ho dovuto imparare a relazionarmi con gli ospiti di queste strutture, in questo caso dei minori, cercando di farmi accettare in quanto figura di riferimento.

Non potevo infatti avere la pretesa di guidare ed orientare le scelte di questi bambini solo in quanto adulto, ogni individuo infatti andava convinto rispetto alla bontà e all'utilità delle mie scelte, soprattutto quando le scelte toccavano i bisogni di qualcun'altro diverso da me.




Nel frattempo il tempo passava e gli insegnamenti più preziosi li ho imparati da tutti gli errori che commettevo, molti di questi errori erano frutto di ingenuità e poca esperienza, in particolare mi ero reso conto di come per la maggior parte delle persone "educare" gli altri significasse semplicemente utilizzare tre comportamenti fissi:


  1. Urlare









        2.Minacciare









3.Punire 









Mi sono allora chiesto se utilizzare queste tre modalità significasse realmente educare qualcuno, soprattutto alla luce dei risultati: disastrosi.
L'obiettivo di ottenere delle modifiche rispetto ai comportamenti per me inaccettabili veniva raggiunto poche volte e molto spesso utilizzando la paura.








Naturalmente non ero fiero di me né soddisfatto di cosa stavo imparando.
mi domandavo infatti quale individuo potesse crescere bene in un ambiente così ostile? la paura è un metodo educativo? 
Col tempo ho analizzato meglio queste esperienze e grazie a tanto studio posso condividere con te ciò che ho imparato da queste esperienze.


Controllo o insegnamento?


Esistono due approcci alla relazione educativa, vediamo nel dettaglio cosa sono e in cosa si distinguono l'uno dall'altro:

                                                                    


                                                     IL controllo: 




 Nella logica del controllo tuo figlio ha una libertà limitata, sei in costante ansia per i suoi comportamenti o ancora peggio per i suoi pensieri, sei in costante allerta e perdi energie in lotte estenuanti rispetto al tipo di abbigliamento o di frequentazioni che tuo figlio preferisce.
Probabilmente sei rivolto ad uno psicologo ma tuo figlio si rifiuta di venire con te, non sente di avere alcun problema psicologico, gli unici problemi li ha con te e sei l'unica persona che in tutto questo sta realmente male.
Questo tipo di approccio è improntato sulla severità e sull'utilizzo di punizioni ricorrenti, c'è una convinzione che ti fa ragionare come se da adulto avessi sempre ragione, il rispetto dell'autorità sembra l'unica cosa che conta.

-I vantaggi: Nessuno

-Gli svantaggi: 
  • Richiede tante energie fisiche e mentali
  • Il punire produce solo figli aggressivi e/o passivi
  • Il punire non modifica i comportamenti che ritieni inaccettabili
Ricordi il proverbio: "Quando il gatto non c'è i topi ballano"? ecco, si adatta perfettamente a questo approccio.

                                                             





                                           L'Insegnamento:

             

Rappresenta un approccio differente, più educativo in senso stretto, la persona educata non va punita ma va fatta riflettere su come un suo comportamento possa dare fastidio o fare del male.
Il punto cardine dell'insegnamento è quello di saper comunicare come ci si sente in una particolare situazione senza umiliare l'altro.
Se tuo figlio ha distrutto la vetrata devi esprimere il rammarico per quello che è successo, evitando formule come:

"Sei un cretino! cos'hai combinato, sparisci in camera tua!"

preferendo invece:

"Mi sono spaventato un sacco, ho avuto paura che il vetro ti andasse negli occhi"

"Sono molto dispiaciuto perché ora dovrò pulire tutto..."

" Mi preoccupa quanto mi costerà riparare il vetro.."

Insegnare quindi significa spiegare come determinate azioni possano produrre degli effetti spiacevoli in modo che non vengano ripetute.

Ricordati però di dare spazio alla versione dei fatti di tuo figlio come abbiamo visto qui il cervello di un adolescente e ancora prima di un bambino, lo porta a compiere delle azioni fuori dalla logica tipica degli adulti.

Ci vogliono quindi pazienza e capacità di ascolto.

Ultimo appunto per te: insegnare non significa altro da ciò che condiviso con te, fare la predica non è insegnare, frasi come: "alla tua età non combinavo tutte le cavolate che fai tu.." sono il peggio che tu possa dire.

Ci sono dei momenti in cui la tua esperienza può essere utile a tuo figlio ma non è questa la modalità corretta.


- I vantaggi: 

  • Tuo figlio imparerà a capire che esistono anche i tuoi bisogni
  • Maggior serenità dal punto di vista emotivo
  • Litigi risolti più rapidamente

-Gli Svantaggi: l'insegnamento richiede una grossa preparazione e consapevolezza in termini di ascolto, empatia ecc., uscire dalla logica del controllo rappresenta un obiettivo a lungo termine.


Riassumendo:

Come abbiamo visto all'interno di questo articolo esistono due approcci all'educazione, il primo è basato sull'utilizzo delle punizioni e di metodi basati sul controllo degli individui, questo provoca aggressività o passività in chi lo subisce ed in ogni caso nessun sentimento o emozione positiva.

Questo metodo ti stanca fisicamente e psicologicamente ma soprattutto non ti fa raggiungere il tuo obiettivo: la fine definitiva dei comportamenti che danneggiano o infastidiscono.


Abbiamo poi visto un secondo approccio più etico e positivo, nell'insegnamento si coglie l'occasione in cui vengono prodotti dei comportamenti inaccettabili per portare a riflettere tuo figlio.

Non c'è la logica dell'errore, esistono dei bisogni differenti: i tuoi e quelli di tuoi figlio, e quando quest'ultimo colpisce la tua serenità è giusto che lo sappia e ci rifletta sopra.

Il tutto prodotto in un linguaggio moderato e non giudicante, in questa logica vengono privilegiate le competenze chiave per costruire una relazione sana e positiva (ascolto, empatia ecc.)




                                    




                                                                                       CHI SONO 




                                         

                             

Specializzato in campo educativo aiuto tutti quei genitori desiderosi di apprendere nuovi metodi educativi e di facile applicazione.

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A presto! 

Antonio 







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